Analogic, Milano Cadorna, 2021


Le Belle di Notte

«Questa è la nostra “camera ardente” – indica Orazio -. Nessun tariffario. Alcuni, alla fine, chiedono semplicemente un regalino. Oppure se lo prendono».


“Quando ero piccola e dormivo dalla nonna, non c’era una sera che non amassi percorrere quel lungo giardino, fino al cancello, dove era buio, e qui, quei fiori gialli, come le lucciole, “uscivano in strada”.

Le belle di notte sono un particolare fiore che si schiude solo all’imbrunire, niente di più”


Daniele Monaco, Milano, 28 agosto 2012


«Vuoi scoprire come si abborda una “cagna”? Vieni con me e ti faccio vedere». Detto fatto, «lei», un tizio mingherlino sulla cinquantina vestito da teenager, ti prende a braccetto e ti ci porta. Braccia esili di bronzo levigato, polsi ornati da braccialettini di cuoio e acciaio, mani curate come seta, adulatrici. Orazio, dice di chiamarsi così, si addentra sul viale del giardino accanto ai binari della stazione Cadorna. La luce giallo-opaco dei lampioni penetra a stento tra gli alberi, creando vaste zone di buio. «Non avrai mica paura – incita Orazio -. Chi ci rimette di più a farmi vedere con voi due etero sono io, che qui faccio la “zoccola” di tutti ogni giorno».